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Visualizzazione dei post da 2020

Ti insegnerò a volare

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  Se partirai per Itaca ti aspetta un lungo viaggio e un mare che ti spazza via i remi del coraggio la vela che si strappa e il cielo in tutto il suo furore. Però per navigare solo ragazzo, basta il cuore qui si tratta di vivere non d'arrivare primo e al diavolo il destino. Ti insegnerò a volare - R. Vecchioni/F. Guccini E' una foto di quelle che si conservano nell'album dei ricordi più belli, di una giornata che non ha bisogno di commenti almeno per me. Per gli altri dirò che vi si vedono me medesimo e mi fratello Francesco. Quello che non si vede è il "Padrone del vapore" perché impegnato a fare la foto, mio figlio Luca. Per dovere di cronaca sportiva eravamo in regata nel canale di Carloforte. La barca sullo sfondo che avrà avuto almeno settant'anni più della nostra, ce le ha suonate di brutto.

La vera storia dei dieci comandamenti

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  ... Invece c’era Mosè e quando gli ho detto: “Mosè… scrivi, che ti detto il comandamento”, lui ha cominciato a protestare: “Ma come, un comandamento solo? E che gli dico mo’ quando torno a valle? Sono stato via quaranta giorni per scrivere un comandamento?”. Così, di nascosto a me, ne ha scritti duemila e duecento… quanti gli emendamenti alla finanziaria. Aveva fatto trecentottanta tavole! Quando me ne sono accorto gliele ho rotte tutte. Quasi tutte. Me ne sono sfuggite due, non le ho proprio viste. Con dieci comandamenti invece di uno solo. Ma basta leggerli per capire che non li ho dettati io. Puoi invadere la Polonia, ma guai se guardi il culo di una che passa! È proibito rubare il cibo, ma è lecito affamare 820 milioni di persone al mondo. Si possono avere quattro schiave, ma è vietato desiderare la Skoda Felicia del vicino di casa. Devi onorare il padre e la madre ma i nonni li puoi abbandonare all’ospizio. Non devi ammazzare, ma puoi lasciar annegare chi ti pare sui gommoni in

La maestra di Torino

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Talvolta mi interrogo sul vero significato delle parole, vuoi perché proprio non lo conosco o vuoi perché é equivoco. Una di queste è signore, nata probabilmente come titolo nobiliare ma poi abusata e utilizzata a cuor leggero. L'accezione nobile in senso stretto l'ha persa già da po' con la caduta dell'aristocrazia e quindi oggi ha forse a che fare con la borghesia, con i soldi? Nemmeno, estremizzando capita talvolta di vedere le dimore di certi boss mafiosi, che possono essere definite forse sfarzose ma non certo signorili. Io credo invece che la parola signore abbia più a che fare con la nobiltà d'animo. Il signore é generoso, da una mano quando può e non si tira indietro quando deve. Il signore cede il passo al più anziano, al più debole, all'incerto nell'incedere o anche semplicemente malfermo sulle proprie gambe. Il signore non rifiuta un saluto, nemmeno al suo nemico, ed anzi si sforza di porgerlo per primo. Il signore quando viene messo al corrente d

L'oro di Tabarca

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  Navigare nel grande oceano dei libri lo si può fare in diversi modi. Quello più sicuro è farsi consigliare o seguire la corrente degli autori famosi, classici o moderni. Ma è più affascinante scoprirseli da soli, magari per caso e incappando in qualcuno quasi sconosciuto. Così un giorno, bighellonando sul lungomare di Camogli, mentre aspettavo che mia moglie uscisse da una delle sue frequenti e interminabili visite in un negozio di abbigliamento, sono entrato in una libreria. Era minuscola ed orientata, dato il circondario, ai libri turistici. Grandi volumi fotografici o vere e proprie guide, roba così. Non è passato molto prima che l’occhio cadesse su un libricino formato tascabile “La Via Romana a Genova” Pier Guido Quartero, edizioni Libero di Scrivere. La ricetta è più o meno questa: l’autore è un dilettante appassionato di storia, anche se ormai scrive da diversi anni. Tenendo presente che Genova se si considera solo il suo sviluppo urbano è una città molto particolare. Stretta

Il Mediterraneo in barca

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  Chi cerca in questo libro un racconto di mare, con termini nautici, descrizioni di tempeste o avventura, rimarrà deluso com’è successo a me. Eppure dovevo aspettarmelo dopo aver letto i sui 75 (diconsi settantacinque) Maigret. Georges Simenon, questo grandissimo scrittore nato giornalista aveva una prerogativa, quella di riuscire a scrivere apparentemente su un tema e disattenderlo completamente. I suoi gialli raramente hanno avuto una trama geniale, ma la sua forza stava nel descrivere i paesaggi della Francia o della Parigi meno note, e non solo. Descriveva i personaggi con una tale minuzia di particolari e tratti caratteriali, da lasciar pensare al lettore di averli realmente conosciuti. Insomma più che scrivere dipingeva, più che romanziere era scenografo e caratterista. Anche in questo caso infatti descrive luoghi e persone, ma più che altro popoli, visti dal mare chiuso che è stato la culla della civiltà occidentale. E ce n’è per tutti. Nato in Belgio non risparmia critiche ai

La gabbia

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  Se sei un oggetto non è che hai tante possibilità di movimento, generalmente vieni costruito e dove ti mettono stai, talvolta per tutta la vita. Magari nasci come manufatto utile e vieni declassato a souvenir, ovvero ad aggeggio senza nessuna utilità che dovrebbe almeno fare bella mostra di sé. In questo caso il tuo primo destino è stato quello di finire sulla bancarella di un bazar tunisino. Qui ti rendi conto subito dei tuoi limiti, perché sei ingombrante e nessun turista ti vuole comprare. Invece no, esistono anche certe signore compratrici seriali, disposte ad affrontare qualche disagio soprattutto doganale, perché non sei occultabile nel fondo di una valigia. E via, voli oltre il mare per altra destinazione e nuova nazionalità. Ma il tempo passa, dopo la prima entusiastica esposizione vieni spostato, solo un po’ più in là, poi in un altra stanza e alla fine finisci su un balcone. Esposto al freddo, all’umido e se sei di ferro non va bene, la ruggine ti guarda già avidamente.

La fine di ogni cosa

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  Lago di Garda 1987 Ogni cosa che compriamo immediatamente dopo averlo fatto non sarà più nuova. Un’auto per quanto costosa al passare di dieci anni sarà quasi un rottame. Quell’odore caratteristico che ci esalta all’uscita del concessionario sarà la prima cosa a sparire uno o due giorni dopo. Una casa nuova perderà l’aroma di tinta che impregna ancora l’aria. Quelle sbavature di pittura, in realtà difetti lasciati da un’impresa distratta ma che danno un senso di appena ultimato, verranno rimosse e già cambierà aspetto. Dopo vent’anni non avrai ancora finito di pagarla che avrà bisogno di restauri importanti. La lana di un maglione farà i “pipiolini”, una giacca mostrerà segni d’usura sui gomiti e nel colletto. Più probabilmente queste cose passeranno velocemente di moda o semplicemente non ci piaceranno più e verranno buttate via, o regalate prima che diventino inutilizzabili. Tutto nasce e tutto muore, soprattutto gli esseri viventi. Gli animali che ci fanno compagnia, gli amic

Effetti speciali

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  Altro che Photoshop, una volta gli effetti speciali te li dovevi pensare prima. E nemmeno nessun taglio diverso all'inquadratura, perché si potevano fare solo in fase di sviluppo e l'attrezzatura per far da soli era costosa oltre che difficile da usare. Per qualche stranezza come le stelline che esaltano i riflessi sull'acqua, c'erano i filtri da montare sull'obiettivo. Da usare con parsimonia per non cadere nel cattivo gusto. Per i colori sbiaditi e una certa sfocatura dovevi aspettare gli effetti del tempo sulle vecchie stampe o diapositive. Lago di Garda 1987

Sorella acqua

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  "Lodato sii mio Signore, per sorella acqua, la quale è molto utile e umile, preziosa e pura." (San Francesco d’Assisi) L'acqua è indubbiamente uno degli elementi più indispensabili alla vita dell'uomo. Come l'aria che respira, il cibo che mangia e che gli viene dalla terra, il fuoco che dà l'energia necessaria affinché le prime tre cose interagiscono tra loro. Già i filosofi antichi lo avevano capito e studiato, teorizzato i legami che li uniscono elaborando la teoria dei quattro elementi naturali. Ma raramente ci viene da pensare ad aria, terra e fuoco come elementi indispensabili. Forse perché li diamo per scontati e sono talmente onnipresenti che non ce ne accorgiamo nemmeno. Per l'acqua è diverso, se pensiamo ad un ambiente inospitale ci viene in mente il deserto dove l'acqua manca, i poli terrestri dove è inutilizzabile, o le giungle impenetrabili dove è troppa ed ingestibile. Il mare lo vediamo come inospitale, specie quando si infuria con le

I banchi del COVID

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  Io non credo di essere già vecchissimo, però se penso alle situazioni che ho vissuto a volte mi chiedo se erano vere o se le ho sognate. La quarta e la quinta elementare le ho fatte su banchi così. Avevano qualche chiodo in vista e tante schegge, che cercavano di scappare da legni che non ne potevano più. Magari piantandosi nelle cosce di qualche alunno. Già perché a scuola si andava coi pantaloni corti anche in pieno inverno. Le aule erano sempre insufficienti in tempi in cui le famiglie di quattro o cinque figli erano la normalità. Quindi si facevano i doppi turni. I bambini a cui toccava quello pomeridiano, tornavano a casa che era già buio, spesso da soli. Bei tempi ma sono felice che siano passati, però mi chiedo: È PRIORIO IL CASO DI FARE TANTE STORIE PER QUALCHÈ DIFFICOLTÀ IN UN MOMENTO OGGETTIVAMENTE NON FACILE? Vi ricordo che sui social ciò che è scritto maiuscolo va letto urlando.

Gli amanti

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  La Germania è un'enorme nazione ricca di bellezze naturali, come le sue sorelle del resto d'Europa. Ma chi vuole andare a cercarvi antiche case e centri storici trova poco, perché la maggior parte sono stati cancellati dall'ultima guerra. Soprattutto quelli che per loro sfortuna si trovavano vicini agli insediamenti industriali. Intere città sono state completamente ricostruite, ad esempio Dresda e la stessa Berlino. Ma un turista non deve farsi troppe domande, è stato quel che è stato e deve accontentarsi del presente, la storia è un'altra cosa. Avevo in testa questi pensieri quando ho visitato Goslar, che si trova in Sassonia al centro del Paese ed è famosa per aver dato i natali all'imperatore Enrico IV. Lei invece si è salvata, ha un centro storico di pregio e un bel castello. Raggiunta Marktplatz la piazza principale, ed un tavolino ombreggiato, ho assistito alla scena che vedete. Non ho resistito a riprenderla, senza tema di essere considerato un guardone, p

Willy Monteiro Duarte

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Cosa è stato? Perché? Cosa vi è passato per la testa? Che cosa ci avete guadagnato? Nella migliore delle ipotesi avrete un futuro di buio e dolori, un calvario che durerà a lungo. Molto, molto peggio di quanto già non si possa aspettare qualunque giovane di oggi in tempi così difficili. Lui no, lui non lo avrà né bello né brutto perché glielo avete cancellato. E ora chi sta meglio, voi o lui? Voi avete ancora una vita ma l'avete rovinata per sempre, perché anche quando avrete passato tutti i guai che certamente verranno, vi rimarrà il rimorso se siete uomini e la gente vi guarderà con disprezzo e sospetto all'infinito. Ma non avete rovinato solo la vostra. Avete rovinato anche quella dei vostri genitori che dovranno vendersi l'anima per pagarvi gli avvocati. Avete rovinato quella di chi vi vuol bene, ammesso che esista qualcuno così, perché dovrà rinunciare a voi e piangervi come se foste morti. Avete rovinato quella dei genitori e degli amici di lui, che dovranno sopportar

Van Gogh

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  Prima di dare del pazzo a Van Gogh sappi che lui è terrazzo tu ground floor Prima di dire che era fuori di senno, fammi un disegno con fogli di carta e crayon Van Gogh, mica quel tizio là, ma uno che alla tua età libri di Emile Zola Shakespeare nelle corde Dickens nelle corde Tu, leggi manuali di DVD Recorder Lui, trecento lettere, letteratura fine Tu, centosessanta caratteri, due faccine, fine Lui, London, Paris, Anvers Tu, megastore, iper, multiplex Lui, distante ma sa tutto del fratello Teo Tu, convivi e non sai nulla del fratello Tuo Lui a piedi per i campi, lo stimola Tu, rinchiuso con i crampi sul Tapis Roulant Beh, da una prima stima mio caro ragazzo Dovresti convenire che Tu sei pazzo Mica Van Gogh Mica Van Gogh Mica Van Gogh Tu-tu sei pazzo Mica Van Gogh Mica Van Gogh Mica Van Gogh Tu-tu sei pazzo Mica Van Gogh Mica Van Gogh Mica Van Gogh Tu sei pazzo, Mica Van Gogh Tu sei pazzo, Mica Van Gogh Van Gogh A sedici anni girò tra collezioni d'arte Tu a sedici anni Yu-gi-oh, c

Vorei andare a cena con Margherita Hack

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Chi non ha mai sognato di andare a cena con la più bella della scuola o dell’ufficio o quello che vi pare. In un locale di classe, con servizio di livello e vino costoso. Ma dell’ambientazione e del servizio ammettiamolo, non ce ne fregava niente. Nemmeno del menù, del conto, o men che meno degli argomenti di conversazione. Perché ad una certa età e fino ad una certa età, l’interesse scivola immancabilmente sulla speranza di un dopo cena. Si può avere il massimo autocontrollo ma la natura è natura e se si è un po’ onesti l’obiettivo è quello, specie dei maschi dei quali si dice più o meno giustamente che pensino solo a quello. Mi sono sempre chiesto se è così anche per le donne, magari con i dovuti distinguo. Un po’ più di riguardo per l’ambientazione, per la musica di sottofondo, per il trucco e il vestito delle grandi occasioni. Azzarderei un “ma sì, certo che sì” solo che sono molto meno disposte ad ammetterlo. Altrimenti non sarebbero mai esistiti certi dopocena. Son solo fantasie

Andiamo a sfregiare una statua.

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  Quand’ero bambino nel 1961 sbarcai in Sardegna per la prima volta. Era piena estate, mio padre veniva per lavorare e noi della famiglia al seguiti per goderci quelle spiagge destinate a diventare famose. Ma allora del turismo di massa non c’era ancora nemmeno il sentore. Mio padre era un ortopedico e lavorava per un ente pubblico che esiste ancora oggi, l’INAIL. Solo che l’assetto della sanità pubblica era molto diverso. Le ASL che tanto hanno distrutto di quell’efficienza, non erano ancora state inventate e l’INAIL (Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro) possedeva e gestiva in proprio degli ospedali. I così detti centri traumatologici, oggi noti come CTO. Ad Iglesias c’erano ancora le miniere aperte, attività industriali che come si sa sono sempre state ad alto rischio infortunistico. Per questa ragione vi era stato edificato uno di questi prestigiosi centri, che peraltro serviva anche gran parte dell’intera isola. I centri traumatologici avevano annesse delle abitaz

Zubenelgenubi

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Zubenelgenubi, o α Librae, è una stella della costellazione della Bilancia. Secondo la nomenclatura di Bayer il simbolo α dovrebbe contrassegnare la stella più luminosa di una costellazione, in questo caso è la seconda dopo Zubeneschamali o β Librae. Forse in virtù del fatto che è una stella doppia e quindi più rara. In arabo i loro nomi significano rispettivamente “chela del sud” e “chela del nord” perché una volta erano considerate facenti parte del vicino Scorpione. La Bilancia, oltre a far parte dello zodiaco ha anche un sacco di altre particolarità, ma non è questo il momento di elencarle e nemmeno io sono molto adatta a farlo perché sono molto piccola. Ora è il caso che mi presenti. Sono una gattina trovatella, ho dei genitori adottivi o almeno spero che lo diventino. Per il momento sono in affidamento ma non vedo file alla porta di persone che mi vorrebbero con se. Anche se sono piccola e quindi ho una storia molto breve, ho già visto qualcosa del mondo, di bello e di brutto. Di

Pierino e il problema sul Covid

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  La mamma manda Pierino a comprare un chilo di farina, due uova e una bustina di vanillina per fare una torta. Gli da 10 euro raccomandandogli di portargli indietro il resto, senza farci la cresta sopra come al solito. Pierino si mette la mascherina e i guanti. Appena uscito dal portone lo investono i primi tepori di primavera. Da subito gli manca il respiro, gli si appannano gli occhiali e gli sudano le mani. Arriva all’incrocio e gira a sinistra per andare al supermercato. Sullo stesso lato del marciapiede c’è l’ufficio postale, un lungo locale con le vetrine su strada anche se non servirebbero. Prima dell’ingresso c’è un bancomat con diverse persone che aspettano di usarlo disposte a casaccio. Oltrepassa l’ingresso e inizia una lunga fila di gente che deve entrare e aspetta il suo turno. Fila si fa per dire. C’è uno affiancato a un altro, hanno la mascherina sulla fronte e discutono sulle malefatte del presidente del consiglio. Poi c’è una ragazza bellina bellina che smanetta il ce

Forse sono io che non capisco

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  Non passa giorno che non subiamo la nostra sana dose di lamentele, idee bizzarre, fake news, dichiarazioni e ritrattazioni, detto e non detto. Ora viene fuori che risolviamo tutto con un condono tombale, tanto i camion dell’esercito sono già in giro e pigliamo due piccioni con una fava. E’ un pezzo che non entriamo più in una chiesa ma non vediamo l’ora di farlo, anche se il Papa che fino a prova contraria è il capo di tutta la baracca, ha detto che non è ancora il caso e nessuno incorrerà nel peggiore dei peccati mortali. Così in mezzo a tutto sto pandemonio per la pandemia ho preso la mia panda e sono andato a lavorare, anche stamattina col cuore in gola. Ho cercato il nuovo modulo ma non l’ho trovato, nemmeno sui siti governativi. Ogni volta che vedo un posto di blocco incrocio le dita perché non si sa mai. Vivo del mio lavoro, ho chiuso lo studio al pubblico ma non posso fare a meno di andarci almeno mezza giornata, perché è li che ho tutto quello che mi serve. Cerco di non lame

Piccolo pensiero schifoso.

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Piccolo pensiero schifoso in merito al droplet o per dirla semplice allo sputacchio. Siete avvisati, perciò chi è sensibile non legga o almeno lo faccia lontano dai pasti. Però vi perderete delle considerazioni ovvie che potrebbero essere importanti in questo periodo. Ero ancora un adolescente, forse quattordicenne, quando mi capitò un fatto che mi impressionò e allo tempo stesso tempo mi diede da pensare. Una delle mie prime prese di coscienza insomma. Si sa i bambini badano poco all’igiene e si metterebbero in bocca qualunque cosa. Questa pratica talvolta persevera anche negli adolescenti, soprattutto maschi. Mi trovavo in funivia, di quelle fatte ancora con due sole cabine, una che sale e l’altra che scende in senso contrario e portano un cospicuo numero di persone per volta. Era per le vacanze di Pasqua a Merano e data la primavera incombente per trovare ancora la neve bisognava andare oltre i duemila metri. La cabina era molto spartana, un involucro di metallo con una fascia vetra