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Visualizzazione dei post da 2016

Fai da te

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Fine settimana ricco di opere costruttive quello appena trascorso. La prima è stata la riparazione di un televisore a led, del tipo sottile che usa oggi e che era stato dato ormai per morto. Al suo decesso ne abbiamo subito comprato un altro, perché non sia mai che in una casa italiana possa mancare un accessorio così importante. Poi sennò con chi te la prendi quando alla sera non danno niente che possa essere degno di considerazione? La cosa bella è che ci sono riuscito utilizzando un chiodo arrugginito, contro la migliore moderna tecnologia elettronica. Non vi spiego come per non annoiarvi e poi perché ho la segreta speranza che la mia soluzione possa diventare un importante segreto industriale. Il secondo successo è stata la ricostruzione di un pozzetto fognario, operazione che ti fa notare che anche l’inverno e non solo la primavera, può essere ricco di profumi. Ho effettuato uno scavo a larga sezione (almeno per le mie umili braccia) l’acquisto e adattamento del nuovo pozzetto pre

Per fare un bel viaggio ci vuole...

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  Per fare un bel viaggio ci vuole una sorpresa. Spesso quando è programmato e meditato troppo a lungo rischi una delusione, invece quando ti dicono tra il serio e il faceto che devi partire per Parigi e non te lo aspetti, ha tutto un altro effetto. Per fare un bel viaggio ci vuole una guida trilingue (figlia) che ti cava d’impiccio in ogni situazione. Devi solo faticare un po’ per stargli dietro, perché corre troppo e lo fa senza l’antenna col nastro rosso come quella delle comitive giapponesi. La nostra guida sbaglia solo la traduzione dei menu al ristorante e questo può essere un problema. In compenso sa dire il fatto suo a muso duro ad un gestore molto scortese, che ha offeso tutta la compagnia. Per fare un bel viaggio ci vuole qualcuno col senso degli affari (genero) che mentre stai per comprare avventatamente qualcosa ti ferma e strappa un ulteriore congruo sconto al venditore marocchino, poi dopo averlo ottenuto riesce pure a scroccargli una sigaretta. Però non si può lasciarlo

Miniera Rosas

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  Percorrendo la SS 293, che da Siliqua tocca le pendici del colle del castello dell’Acqua Fredda e si inoltra verso sud tra le colline del Sulcis, si arriva svoltando a destra nei pressi di Acquacadda e prima di Narcao, al bivio che conduce alla ex miniera di Rosas, esempio purtroppo rarissimo di recupero e riciclaggio di installazione industriale. Già questo tratto di strada, a dispetto delle curve a cui non siamo più abituati, corre tra valli panoramiche verdissime, costeggiando ben due laghi artificiali e il tracciato di una vecchia ferrovia. Della quale si scorgono ancora intatti i viadotti, che all’epoca della loro edificazione dovevano essere ardite opere di ingegneria, infatti sono ancor lì a dispetto di certe fatiscenti opere moderne. Questo ex villaggio minerario è stato piacevolmente trasformato in albergo diffuso, composto da casette con servizi indipendenti e nella parte alta da un ostello con servizi comuni. Un ristorante, un bar, aree picnic ed un piccolo parco giochi pe

L'estate sta finendo

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L’estate sta finendo e come ogni anno abbiamo avuto qualche settima di questo tormentone, maledetti Righeira che l'hanno inventato. Ma grazie al cielo l’ufficialità delle date ha ormai sancito la fine definitiva e il subentro dell’autunno. Non per tutti, come ogni anno assistiamo all’arrivo di quelli che secondo me sono i veri turisti, i tedeschi. Loro sanno apprezzare le nostre spiagge con gli stessi colori d’agosto, anzi con qualche tonalità più morbida grazie alla luce che comincia a diventare radente, e anche se con qualche grado di temperatura in meno. Tanto quando torneranno a casa avranno tempo di rifarsi le ossa durante un lungo, umido e freddissimo inverno. Usano ogni mezzo. Quelli classici hanno veloci van con a bordo il minimo indispensabile, un cucinino e un letto. Non a caso i primi camper commerciali sono nati sui furgoni VW. Ma anche semplici station wagon con sul tetto innumerevoli tavole da surf. Li incontri in ogni dove, tanto sulle spiagge come in sperdute gole c

Grugua

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  Nel 1964, 1965 o giù di lì, partecipai ad un campo scout in località Grugua, persa tra i monti tra Iglesias e Fluminimaggiore. Non fu il primo e nemmeno l’ultimo, ma quello in particolare mi è rimasto impresso per una serie di motivi. Prima di noi sul posto si erano accampate le guide. A quei tempi maschi e femmine, per quanto giovani fossero, dovevano stare a debita distanza. I campi quindi si svolgevano in località diverse, o quando la località era la stessa in tempi diversi. Se per forza di cose posto e date coincidevano tra maschi e femmine doveva esserci almeno un fiume, una valle o un qualche confine pressoché invalicabile. Era la regola, e non va dimenticato che i giovani esploratori in Italia son sempre stati affiliati alle parrocchie. Durante i campi c’era di solito la giornata di visita dei genitori, a quello femminile quando andarono a trovare mia sorella i miei portarono Black il cane di famiglia. Nome piuttosto inappropriato dato che era un barboncino grigio chiaro. La p

A casa di Grazia

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Ho conosciuto Grazia Serra Sanna che ero ancora un ragazzino, mi incuteva timore col suo sguardo severo. Ma a quegli sguardi eravamo abituati, il suo non era diverso da quello degli altri adulti della sua età. Lo stesso dei miei nonni e dei miei genitori in certi momenti. Lo stesso che ho visto tante altre volte più tardi, viaggiando nei paesi balcanici e nella Germania dell’est. Della gente che è appena uscita da disastri inimmaginabili, che ha sofferto privatamente e collettivamente. Ho conosciuto la figlia Maria tanto tempo fa ed è stato come conoscere una locomotiva. Una forza incontrollabile ma positiva, che costruisce e non distrugge. Grande amica dall’adolescenza ha condiviso con me e la mia famiglia gli stessi amici e le stesse situazioni. Ben raramente ricordo d’averla vista arrabbiata, anche quelle volte è bastato poco per strapparle una risata che metteva fine a qualunque discussione. Ho conosciuto Giulia, figlia di Maria e nipote di Grazia. Anzi l’ho vista nascere dato che

Cento morti in due giorni

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  Cento morti in due giorni. Adria e Nizza, due stragi accadute in città lontane molto diverse tra loro a partire dalla lingua, ma che hanno in comune molto più di quanto si possa pensare a prima vista. Nel primo caso sono morte persone che viaggiavano, andavano a lavorare o a studiare, semplicemente tornavano a casa per riposarsi, o il loro lavoro lo stavano facendo proprio in quel momento. Nel secondo gente che prendeva il fresco la sera, si godeva una festa e viveva qualche ora di spensieratezza. In comune hanno avuto un infame destino che le ha colpite a tradimento spezzandole con una morte violenta, anche se nulla avevano fatto per andare a cercarsela. Non stavano correndo in macchina, non stavano attraversando incautamente una zona pericolosa e certamente non avevano offeso né provocato nessuno. Ciascuno dei Cento si è alzato la mattina per vivere una giornata normale, coi pensieri di tutti e forse addirittura di buon umore. Qualcuno contento, qualcuno triste, qualcuno benestante

E' nata una stella

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  E chi può dirlo tra tante che ce ne sono, ce ne sono state e ce ne saranno. Certe esperienze nascono per gioco credo, o forse per mettersi in gioco, così è anche per una scuola di teatro. Ma una persona quando la conosci bene, sai quanto impegno può averci messo. Non puoi fare a meno di ricordartela bambina quando ripassava la storia romana davanti allo specchio vestita con un lenzuolo a mo' di toga. Conosci le sue doti nascoste, ad esempio una memoria gigantesca che archivia per sempre le parole di una canzone o i versi di una poesia dopo averli appena sentiti. Evidentemente certe scintille restano latenti, per poi tornare a diventare fiamme anche dopo tanto tempo, al levarsi di un refolo di vento. Non mi intendo di teatro, ma se assisto ad una rappresentazione fatta di tanti racconti legati da un filo conduttore, e a quella persona viene affidato uno dei due monologhi della serata, vuol dire che deve esserci non solo della predisposizione ma anche della bravura. Se poi quel mon

Unioni civili

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  Ho cercato fino all'ultimo di stare fuori da questa polemica, ma stamattina a leggere certi titoli non ce l'ho più fatta. Mi viene da dire che se c'è qualcosa contro natura in tutta questa storia è proprio il matrimonio, di ogni ordine e grado. La natura non ha nessun bisogno di contratti, leggi, convenzioni o sacramenti. Una famiglia in natura si forma quando un nucleo di esseri viventi decide di aggregarsi per amarsi procreare e proteggersi, tutto qua. Gli animali lo fanno a modo loro a seconda delle specie. Gli uomini in più hanno il raziocinio, in altre parole il buon senso. Se penso alle quotidiane stragi di mogli e figli, quasi sempre causate da semplici questioni d'onore o di principio, mi pare evidente quanto valga poco ad evitarle una semplice formalità.

I protagonisti dei film

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  Una volta per tutte vorrei sapere perché i protagonisti dei film: - Trovano sempre parcheggio proprio davanti al posto dove devono andare. - Trovano subito un taxi quando serve. - I treni, le navi e gli aerei sono sempre puntuali, ma soprattutto li aspettano e partono appena loro salgono a bordo. - Quando si svegliano sono già pettinati, truccati, e non hanno la faccia da vomito. - Quando si alzano dal letto non vanno per prima cosa a fare pipì. - Si levano i residui di schiuma da barba con l’asciugamano invece che lavarsi la faccia. - Vivono in penta vani in pieno centro o in ville col garage a due posti, anche se hanno uno stipendio da insegnante o da poliziotto. - Hanno figli con la faccia da pirla che dicono “mammina” e “papino” e non vogliono mai finire il “loro” latte. - Si insultano sempre con un “figlio di puttana” e mai con un “testa di cazzo" o un “pezzo di merda". - Fanno paurosi inseguimenti distruggendo decine di macchine, ma nessuno compila mai un CID. - Fanno