Vorei andare a cena con Margherita Hack


Chi non ha mai sognato di andare a cena con la più bella della scuola o dell’ufficio o quello che vi pare. In un locale di classe, con servizio di livello e vino costoso. Ma dell’ambientazione e del servizio ammettiamolo, non ce ne fregava niente. Nemmeno del menù, del conto, o men che meno degli argomenti di conversazione. Perché ad una certa età e fino ad una certa età, l’interesse scivola immancabilmente sulla speranza di un dopo cena. Si può avere il massimo autocontrollo ma la natura è natura e se si è un po’ onesti l’obiettivo è quello, specie dei maschi dei quali si dice più o meno giustamente che pensino solo a quello.

Mi sono sempre chiesto se è così anche per le donne, magari con i dovuti distinguo. Un po’ più di riguardo per l’ambientazione, per la musica di sottofondo, per il trucco e il vestito delle grandi occasioni. Azzarderei un “ma sì, certo che sì” solo che sono molto meno disposte ad ammetterlo. Altrimenti non sarebbero mai esistiti certi dopocena.

Son solo fantasie e sono rimaste tali. Col passar del tempo e il maturare mica poi tanto, sono cambiate le commensali. Ci sono passate attrici famose, soubrette e gente varia dello spettacolo, ma qualcosa in comune con la più bella della scuola l’avevano tutte. Cioè erano tutte persone che non sarebbero uscite con me manco morte.

Passano altri anni. Scopri che il fegato alla veneta o il baccalà che prima non ti piacevano non sono poi male. Scopri che è molto meglio bere una bottiglia di birra buona che cinque di birra scadente. Che la musica non è tutta uguale e che nel tale pezzo c’è anche il tale strumento ma non te ne eri mai accorto, anche perché ammettilo non sapevi nemmeno come si chiamasse. Scopri che Leopardi sarà stato pure uno sfigato ma non era mica scemo. Ti accorgi da solo, senza che nessuno te lo faccia notare, che Bernini era talmente bravo con lo scalpello da ammorbidire perfino il marmo, non trascurando l’effetto della pressione delle dita di Plutone sulla coscia di Proserpina.

Così cambiano le cene immaginarie ma anche i dopo cena: ora ti importa più della conversazione. Ti importa più di ciò che potresti sapere da certe persone se solo avessi la fortuna di condividere con loro poche ore. Soprattutto ti importerebbe molto meno dell’aspetto fisico della tua commensale (a questo punto anche UN commensale, non farebbe differenza) e molto di più della levatura intellettuale o del semplice saper stare in compagnia.

Mi piacerebbe uscire a cena con Rita Levi Montalcini per chiederle di cosa è fatta la dedizione. Con papa Francesco per chiedergli di cosa sono fatte la fede e la vocazione. Con Marx, Che Guevara, Mazzini o De Gasoeri, per chiedergli cosa si prova quando la passione non è mistica ma politica. Perfino con Hitler, al quale rivolgerei una domanda sola, ma alla quale pretenderei una lunghissima e argomentata risposta: Perché?

Mi piacerebbe uscire a cena con Renzo Arbore, al quale chiederei quanto si è divertito nella vita. Con i fratelli Guzzanti tutti e tre insieme, qui non so se reggerei, sarebbe overdose più che orgia. Mi piacerebbe uscire con Manuela Moreno o Giovanna Botteri o Bianca Berlinguer. Lo so l’accostamento è azzardato ma non voglio critiche, il desiderio è mio e ne faccio quello che mi pare. A loro chiederei quanto c’è di torbido del giornalismo d'oggi. Però per una volta mi piacerebbe tornare ragazzo e sperare in un dopocena, per poi tornare nuovamente alla mia età e finire il vino.

Mi piacerebbe uscire con Margherita Hack per chiederle come ha fatto a vedere così lontano, quanto ci è voluto, cosa ha visto e cosa c’è oltre l’infinito. Di spiegarmelo con parole semplici se mai fosse possibile. Se ha trovato quello che cercava. Se ha capito quello che la maggior parte di noi non capirà mai. Infine cos’ha pensato in quell’ultimo minuto di una vita fantastica.

30 giugno 2020



 

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