Forse sono io che non capisco

 


Non passa giorno che non subiamo la nostra sana dose di lamentele, idee bizzarre, fake news, dichiarazioni e ritrattazioni, detto e non detto. Ora viene fuori che risolviamo tutto con un condono tombale, tanto i camion dell’esercito sono già in giro e pigliamo due piccioni con una fava. E’ un pezzo che non entriamo più in una chiesa ma non vediamo l’ora di farlo, anche se il Papa che fino a prova contraria è il capo di tutta la baracca, ha detto che non è ancora il caso e nessuno incorrerà nel peggiore dei peccati mortali.
Così in mezzo a tutto sto pandemonio per la pandemia ho preso la mia panda e sono andato a lavorare, anche stamattina col cuore in gola. Ho cercato il nuovo modulo ma non l’ho trovato, nemmeno sui siti governativi. Ogni volta che vedo un posto di blocco incrocio le dita perché non si sa mai. Vivo del mio lavoro, ho chiuso lo studio al pubblico ma non posso fare a meno di andarci almeno mezza giornata, perché è li che ho tutto quello che mi serve.
Cerco di non lamentarmi perché so che c’è chi sta peggio, ma faccio lo stesso i miei modesti calcoli empirici. Posso forse fidarmi di ciò che leggo o vedo, quando la validità delle notizie ha si e no qualche ora di vita prima che venga smentita? Da sempre quando ragiono sulle grandi tragedie prendo a paragone quella del Vajont. Ero bambino quando accadde, ma nonostante ciò ne afferrai immediatamente l’enormità e le cause, sarà per quello che mi rimase impressa per tutta la vita.
Allora vediamo un po’, arrotondando fece duemila morti, vale a dire che ad oggi con un calcolo molto semplice il simpatico Covid ne ha fatti quasi quattordici volte tanto solo in italia. Ma la cosa più grave è che non è finita e non abbiamo la più pallida idea di quando e se ce lo toglieremo di torno. Nessuno può avanzare ipotesi, né i più preparati esperti di cui disponiamo né il Papa che disponendo delle dritte giuste potrebbe aggirare l’ostacolo. Mi permetto la battuta perché tanto poveruomo non se lo filano neanche i sui vescovi.
Poi guardo le cartina tematiche, anche quelle mi piacciono molto fin da bambino. I numeri dicono che l’Italia ha la gestione di un bel boccone di tutta la patata bollente europea e la cartina con i pallini colorati mostra una grossa macchia rossa che rappresenta i casi accertati. E’ spalmata in prevalenza sul nord del Paese quasi senza soluzione di continuità. Nella stessa area ci sono anche grandi pallini neri, questi con macabra fantasia sulla scelta del colore rappresentano i morti. Nella stessa area risiede la maggioranza delle persone che oggi scalpita di più per la riapertura di tutte le attività produttive, commerciali, religiose, e turistiche. Perché il Governo è incapace e quindi facciamo di testa nostra, anche se siamo quelli (brutto a dirsi ma è un dato di fatto) che hanno creato i maggiori casini per tutti. Ma non dovrebbe essere il contrario? Ovvero non sarebbe il caso di riaprire con cautela prima nelle zone dove la situazione è stata finora meno grave e si è stabilizzata?
Quindi mi son chiesto se la cosa migliore da fare non sarebbe organizzare una sorta di “Non è mai troppo tardi” per spiegare alla gente ancora una volta, con calma e con parole semplici qual’è la situazione. Poi magari chiedergli se preferisce il condono tombale o la tomba collettiva.

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