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Visualizzazione dei post da 2014

Facciamo i compiti

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  Ieri ho aiutato la mia nipotina a fare i compiti, cosa non facile ho scoperto, anche se lei ha solo 11 anni. Perché i programmi non sono più quelli di una volta, doveva studiare tecnologia quando i maschietti ai miei tempi facevano applicazioni tecniche imparando l’uso del seghetto da traforo e del martello, e le femminucce con l’economia domestica si dedicavano al cucito e alle ricette di cucina. Il libro di tecnologia inizia con una bella premessa: le risorse della terra non sono infinite, quindi occhio che se non ci diamo una regolata il nostro futuro è alquanto in forse. Le parole non erano proprio queste ma il succo del discorso si, quindi i libri dei bambini di prima media hanno finalità terroristiche . Nelle prime tre pagine erano condensate un bel po’ di nozioni. Tipo cosa sono i materiali, le sostanze, gli atomi, le molecole, massa volume e densità della materia, ecc. Al che mi sono chiesto con apprensione cos’altro ci sarà mai stato nelle rimanenti centocinquanta. Probabilm

Jamboree

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Questo fine settimana ho aiutato mia figlia a far il trasloco. Che delusione quando ho scoperto, caricando un armadio sulla macchina, che nonostante il suo eccellente stato di servizio scout, capo sestiglia, capo squadriglia, e una partecipazione ad un jamboree, non ha saputo fare un banale nodo parlato. In compenso sa tinteggiare, stuccare, appendere le mensole, usare trapano e pialla elettrica. E dire tante parolacce, come un vero muratore. Alice è a prua sulla dritta dell'albero

Trasite

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  Ogni forma d’arte si sa è un mezzo d’espressione. Mai si può pensare che un artista abbia dipinto un quadro o scolpito un blocco di marmo, semplicemente perché gli piaceva quel paesaggio o quella figura. Magari è proprio così, ma poi ci sono i critici che stabiliscono quello che l’autore ha voluto veramente dire. Chissà se Michelangelo o Giotto potessero parlare quanti ne sbugiarderebbero. Quindi capire l’arte è una cosa difficile, ben lontana da percorsi logici e razionali. Figurarsi poi se si vuole capire la recensione di un critico su un opera fatta utilizzando un'altra opera, scritta in una lingua, tradotta in un'altra e letta in una terza. Soprattutto se il lettore, come me, ne mastica poco sia d’arte che di lingue straniere, inevitabilmente il dubbio sul vero significato rimane, ed è enorme. Così durante le ferie mi sono trovato a passeggiare da solo come un cane, ma con il cane, in un bellissimo parco di Weimar. Weimar è al centro della Germania e dell’Europa, è una ci

Buchenwald

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E’ inevitabile durante un viaggio in Germania pensare alla sua storia recente. Tanto più se l’itinerario ti porta vicino a luoghi che vorresti evitare, ma che una volta individuati sulla carta non puoi fare a meno di visitare, se non altro per rendergli omaggio. Ci era già capitato in Austria a Mauthausen e ci capita ora che siamo nei pressi di Buchenwald (N 51,01941 E 11,24733). Arriviamo dunque in un grande parcheggio anonimo, lindo e ordinato come quelli di tutta la nazione. Un arco di caseggiati che sembrano piccoli condomini, con tanto di praticello curato, panchine e citofoni, fa da cornice al piazzale. Diviso in numerosi stalli per le auto e per gli autobus turistici. Un bus da linea urbana lo collega alla vicina Weimar. Dopo aver pagato un modesto biglietto si percorre un lungo viale alberato che conduce all’ingresso principale. Tutti i campi di concentramento, anche se troppe volte visti e rivisti nei documentari storici e nei film, hanno almeno un particolare che li distingu

Il freezer

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Il freezer è motivo di antica disputa in casa nostra, io sono convinto che più è grande e più lo si riempie, inutilmente. La mia dolce metà invece pensa che non sia sicuro affrontare i tempi moderni senza una scorta seria di alimenti congelati. Diciamo che sei o sette metri cubi possono già far stare tranquilli nel caso di un attacco nucleare. E cosi l’elettrodomestico si riempie a dismisura, senza però svuotarsi mai. Sono convinto che la Mummia di Similaun sia stata rinvenuta nel nostro congelatore dopo la fine dell’ultima glaciazione. Tipicamente l’ultimo blackout elettrico. Il più grande difetto di questo aggeggio maledetto non è l’enorme consumo energetico, ma il fatto che i cibi vi si conservano in anonime scatole o involti di stagnola, che una volta congelati nulla lasciano intuire sul loro misterioso contenuto. Così ieri, alla prima sosta del nostro tour estivo (ovviamente abbiamo un capiente freezer anche sul camper) sotto un sole cocente ci è venuta voglia di gelato. Ecco che

Concordia

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Finalmente è arrivata e speriamo che sia finita. La Concordia una splendida nave nata al servizio del lusso ha terminato la sua ingloriosa storia ieri mattina. Ci è voluto uno spiegamento di forze senza precedenti per accompagnarla al suo ultimo ormeggio. Tre piloti solo per la manovra, quando normalmente ne basta uno. Protezione Civile, Marina Militare e il top dell’ingegneria navale mondiale. Ministri nostrani, ma anche ministri francesi, hanno vigilato con occhio attento preoccupati per il pericolo d’inquinamento. Dimentichi che a pochi chilometri dai confini italiani ci sono delle centrali nucleari e che fino a l’altro ieri i loro colleghi facevano scoppiare bombe atomiche su remoti e incontaminati atolli nel Pacifico. Un super panfilo attrezzato per il rilevamento delle balene apriva il corteo. Casomai un convoglio che viaggiava a 2 nodi (ovvero 3.7 km/h, la velocità di un pedone) rischiasse di investire qualche balena. In un tratto di mare dove tutti i giorni passano decine e dec

Il calcio

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  Non sono un grande sportivo, ma seguo i mondiali. Così facendo guardo le partite solo ogni quattro anni, e mi tocca pure sentire mia moglie che dice “Uffa, sempre calcio!”. Ovviamente non ne capisco un tubo, ma a guardare queste gare mi ci diverto un sacco. Fin dall'inizio quando improbabili patrioti con curiose acconciature da ultimo dei moicani o tatuaggi da marinaio-galeotto, fanno finta di sapere a memoria il loro inno nazionale. A parte il pietoso risultato (che poi bisognerebbe trovarcisi sul campo, prima di parlare) pare sia diventata ormai una consuetudine, che i calciatori italiani siano vittime di testate, morsi, e angherie degli arbitri sudamericani. Certe cose passano alla storia, per cui comincia a diventare seccante e un minimo di solidarietà ai propri rappresentanti, anche se per un altro verso li prenderesti a schiaffi, bisogna pure accordarla. Probabilmente per controbilanciare bisognerebbe arruolare qualche ultrà, che sappia bene menare le mani, ma senza esagera

PleinAir

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Spett.le Edizioni PleinAir s.r.l. Roma Cagliari 28 giugno 2012 Oggetto: Ricerca vecchio numero di 2C. Gentile Redazione. Premesso che ciò che sto per chiedervi ha le caratteristiche della “Mission Impossible” se così risulterà non avrete che da cestinarmi e pazienza. Vostro lettore di vecchia data, partecipai con la mia famiglia ad un raduno organizzato in Sardegna dal neonato Club del Plein Air, nel lontanissimo maggio 1980. Ricordo ancora il nome del simpaticissimo organizzatore/redattore che ci accompagnò, Mario Todaro. Di quella occasione la Vs. rivista approfitto per fare le prove di una nuovissima Campagnola Fiat, attrezzata con una tenda da campeggio da tetto tipo Maggiolina. Uno dei momenti più divertenti del raduno fu attraversare a guado il rio Cedrino nei pressi di Oliena, con la scusa di sottoporre a “severe” prove tecniche, quel raro e costoso (per l’epoca) fuoristrada. Partecipando al gioco mia moglie e i miei figli fecero da comparse, per una foto che pubblicaste con l’a

Fenicotteri

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  Quest’inverno mi è capitato di battibeccare via internet con uno che, essendo già in pensione, prendeva in giro gli amici. Scriveva dal Marocco e diceva “Oggi ho visto i fenicotteri e voi invece siete immersi nella nebbia”. Ho risposto con una semplice verità “Guarda che io i fenicotteri li vedo tutti i giorni quando vado a Cagliari in studio, senza bisogno di andare fino in Marocco”. Uccelli meravigliosi e timidi una volta erano più rari in Sardegna, per giunta erano migratori e li vedevi solo nella stagione calda. Ora ci sono tutto l’anno e non so se sia un buon segno. Tra venerdì e domenica siamo stati a Chia, dove per raggiungere la spiaggia devi fare un buon tratto a piedi, circa 500 mt quindi niente di impegnativo. Nel farlo però devi costeggiare lo stagno e i fenicotteri hai tutto il tempo di vederli con calma, molto meglio che durante un fugace passaggio in macchina. Poi se sei costretto come me a portare in giro il cane alle sei di mattina, quando ancora il silenzio è totale

Una gita a Marganai

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  Si sono svolte ieri due giugno in località “Case Marganai” le olimpiadi della terza età. Vi hanno partecipato quattro pensionati e un numero elevato di “vorrei anche io ma ancora non posso, grazie alla Fornero”. C'erano inoltre due coppie discretamente giovani, e addirittura due adolescenti, che hanno così constatato molto prima del tempo come si sarebbero ridotti. La prima prova ha avuto luogo appena arrivati, giusto il tempo di rubare un po’ di ciliegie e di constatare che il posto era magnifico, adeguato alle aspettative e alle attività che avrebbero seguito, soprattutto quelle alimentari. Quindi ci si è avviati di buon passo (si fa per dire) verso Punta San Michele, che molti avrebbero voluto raggiungere in memoria delle passate imprese scout. Ma al solo vedere il cartello che indicava 3,5 km di percorrenza e addirittura un ora di tempo necessaria nella migliore delle ipotesi, ci sono stati i primi abbandoni: chi si è messo a cercare funghi (a giugno) chi ha dichiarato di non

Paolo

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All’8 Settembre ’43 la forza militare italiana nell’isola di creta era di circa 20.000 uomini (la Div. Siena al comando del gen. Carta): a noi infatti era stata assegnata per il presidiamento una sola delle quattro province in cui è divisa l’isola. Sarebbe stato pertanto assurdo da parte nostra pensare a “resistere”, od a prendere qualunque iniziativa contro i tedeschi, che dopo l’Armistizio nostro c’imposero la resa: i tedeschi a Creta erano in numero di 50.000. I tedeschi raccolsero in determinati “campi di concentramento” i nostri reparti. Il nostro destino sarebbe stato di venire spediti a scaglioni più o meno grandi da Creta ad Atene su ogni nave che i tedeschi avessero in partenza per il Pireo, Da Atene si sarebbe stati poi inoltrati in Germania come “prigionieri di guerra” su tradotte: Atene-Belgrado-Germania, come difatti avvenne. Il numero degli italiani che alla data del 10 ottobre già erano stati imbarcati per il Pireo su forse una decina di navi superavano già 12.000, ed er

Villaggio Asproni 2

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  Come promesso al termine del precedente resoconto, alla prima occasione ho raggiunto il villaggio Asproni passando da Gonnesa, per avere una ulteriore conferma del fatto che non ci si deve mai fidare delle indicazioni della gente del posto. Infatti l’avvicinamento da questo versante è molto più semplice, e oltretutto più breve di circa 1,5 Km. Questa volta oltre al cane mi ha accompagnato la moglie e siamo saliti a piedi, la notazione serve ad evidenziare che è una escursione facile e adatta a qualunque gamba. Raggiunta Gonnesa provenendo da Iglesias la si attraversa, fino al punto di estrema periferia ovest situato in N 39°15'58.37" E 8°28'29.51". Da qui la strada prosegue asfaltata, la si può percorrere con il camper anche se è stretta. Però noi, non sapendo cosa ci aspettava e se avremmo trovato un posto adatto per la manovra di inversione, abbiamo parcheggiato al punto B, in N 39°16'10.09" E 8°28'56.66", in prossimità di un bivio. Dal punto

Villaggio Asproni 1

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Detto fatto. Ieri approfittando di una bella ma ventosa giornata sono andato alla ricerca del villaggio Asproni. Troppe erano le cose che mi hanno incuriosito: ad Asproni è intitolata la più importante scuola di Iglesias, l’Istituto Minerario appunto. Conoscevo ormai quasi tutte le miniere sarde e non solo dell’Iglesiente, ma questa proprio mi era sfuggita. Le vecchie miniere rientrano oggi fra gli interessi degli appassionati della così detta archeologia industriale, ma in alcuni casi non si tratta solo di rugginosi cantieri. Quando erano particolarmente isolate, si dotavano di veri e propri villaggi, che potevano avere dei particolari architettonici pregevoli, anche se realizzati con materiali poveri come mattoni e pietre. Sono partito dai resti degli impianti di lavorazione di un'altra miniera, quella più importante della zona, Monteponi. La statale 130 una volta arrivata ad Iglesias provenendo da Cagliari, da la possibilità di evitarne il traffico a chi vuole proseguire verso i