La gabbia

 


Se sei un oggetto non è che hai tante possibilità di movimento, generalmente vieni costruito e dove ti mettono stai, talvolta per tutta la vita. Magari nasci come manufatto utile e vieni declassato a souvenir, ovvero ad aggeggio senza nessuna utilità che dovrebbe almeno fare bella mostra di sé.
In questo caso il tuo primo destino è stato quello di finire sulla bancarella di un bazar tunisino. Qui ti rendi conto subito dei tuoi limiti, perché sei ingombrante e nessun turista ti vuole comprare. Invece no, esistono anche certe signore compratrici seriali, disposte ad affrontare qualche disagio soprattutto doganale, perché non sei occultabile nel fondo di una valigia. E via, voli oltre il mare per altra destinazione e nuova nazionalità.
Ma il tempo passa, dopo la prima entusiastica esposizione vieni spostato, solo un po’ più in là, poi in un altra stanza e alla fine finisci su un balcone. Esposto al freddo, all’umido e se sei di ferro non va bene, la ruggine ti guarda già avidamente. A questo punto sei perfettamente in linea con la tua vocazione originale di carabattola inutile.
Il tempo passa ancora e tutti ti hanno dimenticato. La signora amante dei viaggi che ti ha comprato ed espatriato non c’è più. Viene il momento di svuotare le case, di traslocare e andare altrove. La tua foggia esotica anche se sei ormai un rottame, ti salva dalla fine più logica ma ingloriosa, in un cassonetto della spazzatura. Tra l’altro nel frattempo è arrivata la “differenziata” non si può più, ti dovrebbero portare all’isola ecologica ed è una scocciatura. Quindi ti fai ancora qualche anno nell’angolo polveroso di una cantina.
Un giorno una giovane donna intraprendente (nipote dell’acquirente originale) ti fa mira delle sue attenzioni. Deve mettere su casa e in queste situazioni sono al massimo sia l’entusiasmo che l’estro creativo. Quindi vieni pazientemente restaurato e recuperato a nuova vita. Ovviamente nel frattempo hai cambiato città, ma non per molto. Ultimamente sei stato visto dalle parti di Londra, dopo un altro viaggio travagliato che ti ha regalato qualche nuova ammaccatura e già ne avevi tante.
A dir la verità uno scopo utile lo avevi fin dall’inizio, nelle intenzioni di chi ti ha creato eri una gabbietta per uccelli. Si lo so, gabbietta è un sostantivo femminile quindi il racconto è tutto sbagliato. Però poiché come certe ragazze sfortunate un uccello tu non lo hai mai visto, ti è toccato pure di cambiare sesso, infatti sei diventata un lampadario.
Buon viaggio vecchia amica e lunga vita.

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