La fine di ogni cosa

 


Lago di Garda 1987

Ogni cosa che compriamo immediatamente dopo averlo fatto non sarà più nuova. Un’auto per quanto costosa al passare di dieci anni sarà quasi un rottame. Quell’odore caratteristico che ci esalta all’uscita del concessionario sarà la prima cosa a sparire uno o due giorni dopo.

Una casa nuova perderà l’aroma di tinta che impregna ancora l’aria. Quelle sbavature di pittura, in realtà difetti lasciati da un’impresa distratta ma che danno un senso di appena ultimato, verranno rimosse e già cambierà aspetto. Dopo vent’anni non avrai ancora finito di pagarla che avrà bisogno di restauri importanti.

La lana di un maglione farà i “pipiolini”, una giacca mostrerà segni d’usura sui gomiti e nel colletto. Più probabilmente queste cose passeranno velocemente di moda o semplicemente non ci piaceranno più e verranno buttate via, o regalate prima che diventino inutilizzabili.

Tutto nasce e tutto muore, soprattutto gli esseri viventi. Gli animali che ci fanno compagnia, gli amici più cari, i parenti più stretti. Noi stessi, anche se questo è il destino che accettiamo meno e che meno ci piace di immaginare.

Tutte queste realtà una volta esaurito il loro ciclo di vita non torneranno mai più. Nel caso degli oggetti potremmo comprarne dei nuovi, ma non saranno mai gli stessi.

Anche i giorni nascono a notte fonda e minuto dopo minuto, secondo dopo secondo, crescono maturano e si consumano. Basta aspettare il giusto numero di ore e il sole ripunterà dalla parte opposta per fare un altro giro di giostra. Ma un giorno finito e ogni suo singolo attimo non torneranno mai più.

Ecco perché ogni tramonto è unico e dà sensazioni diverse, potrai imprigionarlo con una fotografia che a sua volta perderà i colori col tempo, ma quell’attimo vissuto dopo qualche secondo sarà perduto per sempre.

24 settembre 2020



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