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Visualizzazione dei post da giugno, 2019

Carola Rackete

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  In quinta nautico avevo due compagne di scuola, su diciotto che eravamo in quella classe. Ovvero più o meno il 10%, ma era una percentuale alta per la media degli istituti nautici italiani. Considerando la vita che le aspettava se fossero andate a navigare mi sono chiesto fin dal primo giorno cosa le avesse spinte a fare quella scelta, eppure nella mia città c’erano tutti gli istituti superiori e con qualunque diploma poi potevi accedere a qualunque università. Navigare significa stare a stretto contatto con i propri colleghi, di ogni ordine e grado. Giorno e notte, senza interruzioni, né sabati né domeniche né feste comandate. Agli ufficiali è concessa la privacy di una cabina singola ma è ben poca cosa. Se nasce uno screzio con qualcuno non hai il sollievo di tornare a casa la sera e non pensarci almeno fino giorno dopo, te lo trovi davanti in ogni momento. Come accade in un viaggio occasionale se non si è ben affiatati e assortiti i difetti di ciascuno si esaltano. Solo che i viag