Pierino e il problema sul Covid

 


La mamma manda Pierino a comprare un chilo di farina, due uova e una bustina di vanillina per fare una torta. Gli da 10 euro raccomandandogli di portargli indietro il resto, senza farci la cresta sopra come al solito.
Pierino si mette la mascherina e i guanti. Appena uscito dal portone lo investono i primi tepori di primavera. Da subito gli manca il respiro, gli si appannano gli occhiali e gli sudano le mani. Arriva all’incrocio e gira a sinistra per andare al supermercato. Sullo stesso lato del marciapiede c’è l’ufficio postale, un lungo locale con le vetrine su strada anche se non servirebbero. Prima dell’ingresso c’è un bancomat con diverse persone che aspettano di usarlo disposte a casaccio. Oltrepassa l’ingresso e inizia una lunga fila di gente che deve entrare e aspetta il suo turno. Fila si fa per dire. C’è uno affiancato a un altro, hanno la mascherina sulla fronte e discutono sulle malefatte del presidente del consiglio. Poi c’è una ragazza bellina bellina che smanetta il cellulare, ma non è proprio in fila, è fuori dal marciapiede sul ciglio della strada, perché rispettare una regola gli pare troppo poco fico. Poi c’è un signore distinto in giacca e cravatta, è al centro del marciapiede, ha la mascherina sotto il mento e sta alitando sugli occhiali per pulirli. Poi altra gente qua e là disposta a baffo. La linea retta, elemento geometrico a cui dovrebbe somigliare una fila sembra sempre di più una spezzata. Molto spezzata.
Pierino è arrivato quasi a metà delle vetrine delle Poste, dove c’è opportunamente delimitata da strisce gialle una fermata dell’autobus. In questo punto la spezzata diventa una macchia informe, perché quelli che aspettano di entrare alle poste si confondono con quelli che aspettano di salire sull’autobus.
Poi c’è uno dietro a un altro, gli sta vicino vicino sperando che questo si infastidisca e faccia la stessa cosa con quello che ha davanti, così pensa la fila andrà più veloce. Le vetrine dell’ufficio sono quasi finite ma non i problemi, perché appena più oltre c’è un secondo bancomat con un ulteriore capannello di gente con disposizione random. Intanto Pierino cammina e viene guardato malissimo, perché la gente non sa dove deve andare e quale “fila” intende fare. Certi, quando non sanno cosa vogliono fare gli altri passanti e hanno il sospetto di venire fregati diventano nervosi, quasi come quando passa un vu cumprà.
Letti i dati di cui sopra risolvere il quesito: riuscirà Pierino ad arrivare al supermercato, dove lo attende l'ennesima fila a biscia impazzita, rispettando tutte le distanze di sicurezza ma soprattutto senza ammalarsi?

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