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Visualizzazione dei post da 2018

Via Gulli 17

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Perché i miei ricordi non vanno indietro più di tanto? Per anni ho sospettato di essere fatto male e oggi scopro (Google docet) che è un fenomeno che riguarda tutti. Mediamente i ricordi cominciano con fatti accaduti all'età di cinque anni o giù di li, salvo qualche flash che però assomiglia molto più a una fotografia in bianco e nero che a un film. Per quanto mi riguarda ad esempio ho un'istantanea mnemonica di mio nonno materno che apre le braccia per farmi salire in grembo, avrò avuto forse 3 anni, morì poco dopo e quindi è un ricordo prezioso. Poi c'è un pesciolino rosso che si dibatte sul fondo di un tombino, di cui ricordo addirittura il contesto. Si trattava del cortile di una casa di Merano dove abitavamo, io avevo 3/4 anni e non so dire cosa ci facesse un pesce rosso in un tombino, però sono certo dello scenario. Tutto questo si chiama "amnesia infantile" termine coniato niente meno che da Sigmund Freud. Poi da Merano ci siamo trasferiti a Milano e da li

Sette vite come i gatti

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  Ci siamo, ho pensato. A maggio prossimo saranno diciassette anni e per un gatto sono molti, se li porta bene però, è sempre stata allegra e di compagnia. Di carattere docile, devi proprio andartela a cercare per rimediare un morso o un graffio, che poi sono sempre avvertimenti e mai dati con cattiveria. Ultimamente stava male, era quasi sempre ferma e inappetente. Poiché anche se prima o poi vince la vecchiaia c'è sempre un motivo mi sono chiesto perché. Poi ha cominciato a gonfiarsi sui lombi (si dice così anche per i gatti?) e non potevi toccarla in quella zona perché cominciava a strillare. Quindi ho pensato al peggio, un tumore, peraltro è una gatta sterilizzata e si dice che siano soggette. Poi finalmente abbiamo notato vicinissima all'attaccatura della coda una brutta piaga, non sanguinava quasi ma aveva un pessimo odore. Di corsa dal veterinario. La dottoressa che la segue da anni l'ha tastata nel basso ventre e ha escluso subito il tumore. "Quelli sono duri,

Rayanata n° 5

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  Ho sognato che mi alzavo molto presto, prendevo un aereo e sorvolando , anzi più che sorvolando attraversando, una spessa coltre di nuvole andavo al di là del mare. Non ero solo, un monogamo cronico come me non lo è mai. All’arrivo c’era ad aspettarci un cugino che chiameremo il signor G, niente a che fare con Gaber anche se qualcosa mi dice che ci andremo molto vicino. Il signor G ha una graziosa villetta in provincia, in un paesino dove oltre a casa sua c’è lo spaccio, il municipio, il cimitero, l’osteria della Cesira e poco altro. In compenso i villaggi da quelle parti sono attaccati uno all’altro senza soluzione di continuità e quello che non trovi nell’uno trovi nell’altro, così finiscono per darsi del tu tutti quanti nel raggio di venti o trenta chilometri. Per raggiungere casa sua il signor G ci fa percorrere mille tangenziali, interne ed esterne con i loro raccordi. Grandi arterie che sembrano pulsare sangue di continuo, per non parlare degli infiniti capillari che uniscono i

Il primo amore non si scorda mai

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  Il nostro primo camper aveva una storia strana, feci a suo tempo lunghe ricerche per venirne a capo ma senza mai riuscire a ricostruirla del tutto. Questo è tutto quello che so: Era stato realizzato nel 1994 da una ditta artigianale toscana su ordinazione, per un professionista che aveva un figlio disabile. La meccanica Mercedes 207D era stata importata usata dalla Germania. Era lungo 5,75 metri e largo 2,10. Aveva un motore diesel aspirato di 2376 cc per 65 cavalli. La massa complessiva era di 2800 chilogrammi con una tara di 2290. La velocità era il suo principale handicap, circa 95 al massimo e naturalmente peggiorava di parecchio in salita. Dall’interno della cabina si poteva aprire un cofano per ispezionare il motore come sui camion di una volta. Oltre alla comoda mansarda aveva una dinette trasformabile a matrimoniale addossata alla cabina di guida e due cuccette a castello in coda. Sotto quella bassa c’era un gavone con accesso dall’esterno. La cucina aveva due fuochi, un norm

Ponte Morandi

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  Bisognerà avere il coraggio prima o poi di ammettere che certe cose in Italia non le sappiamo fare, o magari una volta fatte non le sappiamo gestire e mantenere in sicurezza. Alcuni nostri architetti sono richiestissimi all’estero là dove si vogliono opere che stupiscano e che siano all’avanguardia dal punto di vista prestigioso ed estetico. Ma i ponti proprio evidentemente non ci riesce di farli. Il loro crollo sta diventando una moda imbarazzante, per il prestigio dei tecnici e degli accademici nostrani. Io, fossi il presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri o qualche Magnifico Rettore, qualche domanda comincerei a farmela. Bisognerà avere l’umiltà prima o poi di ammettere, che certe opere non le sappiamo fare perché non abbiamo scuola e quando ci serve uno specialista è meglio farlo venire dall’estero costi quello che costi. Magari da paesi dove i ponti li fanno tutti i giorni, duraturi e resistenti alle intemperie, Olanda o Danimarca per esempio. I cervelli non solo biso

Gennargentu

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  Entro nell’ultimo paese che devo attraversare, sono in forte ritardo, volevo fare una scorciatoia che me ne avrebbe evitati due ma l’ho trovata chiusa a metà strada e sono dovuto tornare indietro per poi fare un giro larghissimo. Davanti a me c’è un tizio con una bella macchina che deve far vedere ai suoi compaesani. Va piano piano e come si usa da queste parti ogni quattro o cinque persone si ferma in mezzo alla strada a salutare qualcuno sbracciandosi dal finestrino, poi scambia quattro chiacchiere con calma, assolutamente incurante di quelli che aspettano dietro, con la faccia da forestiero zitti e muti. Finalmente arriviamo alla “periferia” la strada si allarga quel tanto che basta perché possa dare una sgasata e sorpassarlo. Lui mi guarda molto male perché ho osato, ma a questo punto non mi importa più. Ho appuntamento con persone che non conosco ad un incrocio abbastanza noto, che in inverno è sempre coperto di neve. Ho aderito ad un invito su una pagina FB che organizzava un’e

Ci sono uomini e ci sono donne

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Ci sono uomini e ci sono donne immensamente bravi nel loro lavoro, arrivare dove sono arrivati non gli è costato niente. Hanno ricevuto in dono una passione, gli hanno dedicato una vita e non chiedono altro. E’ stata una gran fortuna come quelle che capitano a pochi. Certo vendono il loro sapere perché devono vivere, ma non chiedono più del giusto. Non nascondono i loro segreti, non ne sono gelosi e fanno di tutto per divulgarli, perché se così non facessero il loro sapere andrebbe perso per sempre, quando un giorno come tutti gli altri se ne dovranno andare. Ci sono donne e ci sono uomini che hanno un brutto carattere, ma quando hai bisogno di loro non c’è bisogno di chiedergli nulla, ci sono e basta. Magari non hanno molto da darti ma sono capaci di passare una, due, tante notti insonni per vegliarti o semplicemente per farti compagnia. Talvolta niente è molto di più di quello che serve. Ci sono uomini e ci sono donne che prima rischiano la propria vita per salvarne un’altra. Poi ma

The dark side of the moon

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  Mi pare di ricordare che fosse l'anno scorso, siamo partiti per le ferie e mi sono dimenticato di fare una cosa importantissima, tagliarmi i capelli. Forse non percorriamo nemmeno il primo chilometro che scatta la rappresaglia: - Che brutto che sei, sembri un barbone. Cosa ti costava, avevi tutto il tempo e poi non hai caldo con quella zazzera? Tutto per qualche ricciolo che comincia a formarsi sul collo e qualche onda bizzarra, retaggio di tempi in cui i capelli li avevo per davvero. E' quasi Ferragosto e la vedo dura trovare un barbiere aperto in paesi che non conosco, sai che rottura farsi venti giorni di continui rimbrotti, battute sarcastiche e sberleffi. Ma ho sempre avuto fiducia nella provvidenza e anche questa volta mi viene in aiuto. Per fare la spesa entriamo in un Lidl e l'occhio mi cade su una fantastica offerta speciale, una macchinetta tosa capelli all'invitante prezzo di dieci Euro. Sulla confezione c'è un tipo che sembra Raul Bova, ha un'ombra

Narcauli

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  Vai giù col camper per una strada non facile, la conosci e sai che presenta qualche incognita, per bene che vada buche e polvere, tanta polvere. Ma ne vale la pena perché stai scendendo per uno degli itinerari più belli della Sardegna, da Ingurtosu a Piscinas. Indubbiamente tra quelli che metteresti tranquillamente sul podio, con l’unico dubbio più che legittimo di scontentarne tanti altri perlomeno pari merito. Tutte le volte che vengo da queste parti c’è qualcosa che non va. O sei in piena estate e c’è troppo traffico e troppa gente, o è Pasquetta e il traffico è chiuso, o questo o quello. Sta volta c’è una corsa automobilistica in salita, piccoli bolidi arroganti per buona parte della giornata di domani si prenderanno l’esclusiva della stretta carrabile e non potrai risalire. Ogni tornante è già attrezzato con protezioni “di sicurezza” e abbondano i chioschetti dei paninari, quelli che da noi chiamano caddozzoni e non sto a spiegare cosa vuol dire. In un posto del genere, pratica

San Valentino

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  Oggi è San Valentino. Emilio va alla ricerca di una confezione di marron glacé, perché sa che a Tittì piacciono molto e per questa data sono ormai un classico. Poiché sa anche che Tittì è donna di sostanza che non bada alle apparenze, Emilio, che è uomo di parsimonia, compra sempre quelli in pezzi che costano meno ma sono buoni uguali. Emilio entra in un noto bar pasticceria della città, è l'ora di punta e ci sono molti clienti. E poiché è l'ora di punta ci sono anche diversi commessi e commesse molto indaffarati. Emilio, pur essendo uomo di spirito, non riesce a capire perché tutti gli anni appena chiede ad alta voce: <Avete i marroni rotti?> I commessi si guadano tra loro ridendo e dandosi di gomito. Emilio poi si ferma a comprare una piantina di ciclamino da abbinare ai marroni rotti. Arriva in ufficio e presenta il presente. <Grazie amò> (Abbraccio e bacio) <Ma io non ti ho comprato niente...> Emilio che è uomo pratico che non bada alle apparenze dice: &

Ricordati che devi morire

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  Nel medioevo questa frase era un monito usato dai religiosi verso il popolo per indurlo alla preghiera, al pentimento, ma anche all'obbedienza. Non mancavano certo le cause di morte, la vita media era veramente breve e difficilmente ci se ne dimenticava. Oggi con mille difese immunitarie, ma soprattutto con mille distrazioni non ci pensiamo proprio, a meno che non ci capiti qualcosa che ci faccia da promemoria. E così domenica scorsa mi sveglio con un brutto cerchio alla testa. Cerco di alzarmi ma mi mancano le forze, mi trascino malamente verso il bagno per alleggerire almeno l’impianto idraulico, mi gira la testa e devo tornare di corsa a letto. Era tanto che non mi succedeva, la notte prima abbiamo mangiato fuori ma niente di che, pasta ai ricci e fritto misto, ecco quello di sera certo non aiuta. Ma soprattutto non abbiamo bevuto, mezzo litro di vino in tre è una dose da convento. Quando sono andato a letto stavo benissimo, mi sono anche attardato a guardare un po’ di TV. Mi