Il primo amore non si scorda mai


 

Il nostro primo camper aveva una storia strana, feci a suo tempo lunghe ricerche per venirne a capo ma senza mai riuscire a ricostruirla del tutto. Questo è tutto quello che so:

Era stato realizzato nel 1994 da una ditta artigianale toscana su ordinazione, per un professionista che aveva un figlio disabile. La meccanica Mercedes 207D era stata importata usata dalla Germania. Era lungo 5,75 metri e largo 2,10. Aveva un motore diesel aspirato di 2376 cc per 65 cavalli. La massa complessiva era di 2800 chilogrammi con una tara di 2290. La velocità era il suo principale handicap, circa 95 al massimo e naturalmente peggiorava di parecchio in salita. Dall’interno della cabina si poteva aprire un cofano per ispezionare il motore come sui camion di una volta.

Oltre alla comoda mansarda aveva una dinette trasformabile a matrimoniale addossata alla cabina di guida e due cuccette a castello in coda. Sotto quella bassa c’era un gavone con accesso dall’esterno. La cucina aveva due fuochi, un normale frigo trivalente e una rara cappa aspirante. La toilette era particolarmente ampia, per via delle particolari esigenze del primo proprietario già accennate. Aveva un elegantissimo ed efficientissimo wc nautico in vetro china, propriamente detto in quanto sicuramente destinato alle imbarcazioni da diporto. Il boiler era a parete, alimentato a gas con fiammella pilota di innesco, come quelli per uso domestico. La stufa a pannello non aveva l’aria forzata, però funzionava perfettamente.

Anche l’impianto elettrico era speciale. Quello proprio del veicolo era piuttosto malconcio per via dell’usura, quando lo acquistammo aveva il comando del clacson a pulsante posizionato sotto il cruscotto! Le frecce, il tergicristallo e la ventola funzionavano malamente. Il riscaldamento puzzava letteralmente di pesce. Per mettere un po’ d’ordine mi tocco costruirmi un estrattore speciale per il volante, che non voleva saperne di venire via dal mille righe. In compenso ebbi la soddisfazione, smontando tutto il cruscotto, di scoprire che il riscaldamento della cabina funzionava grazie ad un vero e proprio radiatore ad acqua calda, che una volta pulito smise di puzzare di merluzzo. L’impianto elettrico della cellula invece era doppio, ogni plafoniera aveva una lampadina da 220 e una da 12. A fianco al sedile di guida c’era un grosso selettore che permetteva di escludere una delle due batterie (motore e servizi) o entrambe.

Era particolarmente robusto, sia nella parte meccanica che nella cellula. I paraurti per esempio erano in robusta lamiera, anziché in plasticaccia termoformata come quelli odierni. I serbatoi di accumulo e di recupero erano in acciaio inossidabile. Gli arredi in compensato multistrato di generoso spessore.

I suoi probabili trascorsi di veicolo commerciale tuttavia erano evidenti. Durante i due anni che rimase in nostro possesso ci tocco sostituire la pompa del radiatore e una notte in autostrada si stacco la leva del cambio dal pianale e mi rimase in mano. Però quando lo versammo per acquistarne uno nuovo recuperammo la stessa cifra spesa per quel primo indimenticabile acquisto, che non fu avaro di piacevoli emozioni. Tempo dopo rividi lo stesso concessionario che mi rinfaccio di averlo imbrogliato:

- Ha dei problemi gravissimi all'albero di trasmissione e dovremo buttarlo via.

- Guardi signor X, mi risulta che la persona da cui l'ho acquistato io e che non lo ha tenuto nemmeno un anno, lo abbia comprato da voi. Quindi era un mezzo che conosceva benissimo e non se la prenda con me.

Sabato scorso mi è capitato di rivederlo a Cagliari in porto, sono passati altri sedici anni e mi è stato detto che va ancora come un trattore, lento ma inesorabile. Mi sa che vedrà rottamare ancora tanti camper molto più recenti, prima di finirci lui sotto la pressa. D'altronde buon sangue (Mercedes) non mente.

Ti auguro ancora tanti buoni chilometri vecchio amico.

Pubblicato la prima volta il 23 settembre 2010, riveduto l'8 ottobre 2018

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