A casa di Grazia


Ho conosciuto Grazia Serra Sanna che ero ancora un ragazzino, mi incuteva timore col suo sguardo severo. Ma a quegli sguardi eravamo abituati, il suo non era diverso da quello degli altri adulti della sua età. Lo stesso dei miei nonni e dei miei genitori in certi momenti. Lo stesso che ho visto tante altre volte più tardi, viaggiando nei paesi balcanici e nella Germania dell’est. Della gente che è appena uscita da disastri inimmaginabili, che ha sofferto privatamente e collettivamente.

Ho conosciuto la figlia Maria tanto tempo fa ed è stato come conoscere una locomotiva. Una forza incontrollabile ma positiva, che costruisce e non distrugge. Grande amica dall’adolescenza ha condiviso con me e la mia famiglia gli stessi amici e le stesse situazioni. Ben raramente ricordo d’averla vista arrabbiata, anche quelle volte è bastato poco per strapparle una risata che metteva fine a qualunque discussione.

Ho conosciuto Giulia, figlia di Maria e nipote di Grazia. Anzi l’ho vista nascere dato che ha l’età dei miei figli. Oggi è una signora per così dire matura, il sorriso lo ha di fabbrica, non le manca mai e lo regala a piene mani senza avarizia.

Ieri sera “a casa di Grazia” mentre sentivo i racconti esilaranti che ha scritto con tanta armonia quasi fossero musica, osservavo il profilo sorridente che è servito da sfondo alla locandina della manifestazione. Non era la prima volta che vedevo quell’immagine ma avevo ancora un dubbio, era il profilo di Grazia o era quello di Giulia? Ieri me lo sono levato quel dubbio, era il profilo di Grazia con lo stesso sorriso di Giulia. Il sorriso che doveva avere prima di conoscere la durezza della vita e che oggi è ritornato bello e fresco come allora.

A fine serata una grande luna piena è spuntata da dietro il Castello di Salvaterra, accompagnata dalle note di “Spunta la luna dal monte” suonata da Marco anche lui nipote di Grazia, con troppo tempismo troppa precisione perché si trattasse solo di una coincidenza.

21 luglio 2016

 

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