Gnomi e troll


 Esistono ancora luoghi nel Vecchio Continente così densamente popolato, dove puoi immaginare di essere il personaggio di un romanzo fantasy, circondato da gnomi, troll e Signori degli anelli. Uno di questi è la zona di Sa duchessa, oltre la grotta di san Giovanni a Domusnovas (CA). La grotta stessa, che pare sia la più lunga galleria naturale carrabile d’Europa, è stata per anni l’unico accesso alla valle dalla piana dell’iglesiente. Oltre il quale non ci si può che perdere fra i monti e villaggi abbandonati. Peccato che sia stata chiusa in uno dei tanti tentativi maldestri di sfruttamento turistico, ma anche pagando resta inaccessibile per molti mesi dell’anno. Questo però, per un gruppo di indomiti escursionisti non è che un insignificante particolare, perché basta scavalcare il monte che la sovrasta.

E così grazie ai social, che non sono solo strumenti di frivolezze o di sfrenato gossip, qualcuno mette insieme un gruppetto di anime inquiete, desiderose di andare ad esplorare quei luoghi magici, e di farlo a piedi per non perdersi nulla di ciò che ancora regala la natura. Si parte dopo le prime istruzioni del Venerabile guru. Del tipo “Andate ora a fare la pipì, perché di qui in avanti diventerà difficile appartarsi”. La spedizione è composta da nove individui e individuesse, che prima manco si conoscevano. Due canee, cagnesse, insomma cani femmine: una splendida golden retriever ed una meticcia altrettanto splendida. Quanti insidiosi giri di parole bisogna fare oggi per rispettare la parità di genere e soprattutto non fare gaffes.



Dopo un breve strappo in salita ci si ritrova in un mondo fatto di boschi, di ferrovie lillipuziane meglio dette decauville, di gallerie minerarie sbarrate da robusti cancelli per sicurezza, di alte falesie popolate da rocciatori che sembrano ragni. L’escursione è di tutto riposo, anche perché interrotta spesso dal Venerabile, che illustra la funzione dei numerosi resti di archeologia industriale che incontriamo. Perlopiù vecchi magazzini per gli attrezzi, ma anche una tramoggia per il carico del minerale sui mezzi di trasporto. Questa in particolare è un piccolo gioiello di perizia edilizia. Mentre i magazzini sono ormai quasi totalmente diroccati, lei è li intera, a dispetto dei suoi circa centoventi anni. Vista dal basso la mancanza d’intonaco esterno mostra la sua struttura di muratura portante, di pietrame grossolano raccolto sul posto. Gli spigoli invece sono realizzati con pezzi di taglio grezzo ma regolare, le cosiddette pietre d’angolo, quelle che devono reggere le maggiori spinte, secondo una tecnica costruttiva talmente antica che la si può leggere persino nel Vangelo.


Non incontriamo solo strutture artificiali ma anche misteriosi antri naturali. Questi a differenza delle gallerie artificiali non sono sbarrati. Come a dire: “Sono un’opera della natura, se vuoi entrare lo fai a tuo rischio e pericolo!“. Davanti a uno di questi tra i componenti della comitiva si diffonde un sommesso brusio. Sono le trattative dei bookmaker che raccolgono le scommesse sul più ingombrante della spedizione (indovinate chi). Ovvero se riuscirà oppure no, ad attraversare un angusto passaggio che si trova al suo interno. Ma questi, nonostante i raggiunti limiti d’età, ma soprattutto i superati limiti di peso, eseguirà “elegantemente” la manovra. Senza contare che era già stato nominato all’unanimità “il braccio più lungo” e sfruttato per quasi tutti i selfie dell’avventura.
Come se non bastasse la giornata è stata arricchita da lezioni botaniche impartite dalle esperte Cinzia e Marcella, in merito ai numerosissimi muschi, orchidee selvatiche e ciclamini. Sulle proprietà dell’Euforbia, in sardo sa Lua, il cui lattice veniva usato per stordire i pesci e poterli catturare agevolmente. Da cui l’origine dell’espressione pisci alluau che si attribuisce alle persone non proprio sveglie.


Persino lezioni di stregoneria mineraria. Il Venerabile tolte due pietre dalla tasca del tutto simili e in apparenza dello stesso volume, ci invita a soppesarle. Una è sensibilmente più pesante dell’altra. Colpendola con un sasso molto più grosso la frantuma, l’interno non ossidato dal tempo si mostra brillante. E’ galena, volgarmente conosciuta come piombo argentifero, il minerale che ha reso un tempo ricche queste zone.
Verso la fine della giornata incontriamo una lodevole coppia, che ha camminato ben più di noi e che ha dato un senso mistico al loro vagare, inseguendo il riconoscimento di una credenziale. Già, perché questi luoghi visto che sono così privi di fascino, fanno parte dell’ormai noto Cammino minerario di Santa Barbara.



Siamo alla fine. Presso la chiesetta campestre di San Giovanni dove abbiamo lasciato le macchine, ci intratteniamo ancora a scambiarci le ultime battute. Esperienze come queste legano le persone e forse ci rincontreremo. Un grazie ai miei compagni d’avventura, che mi hanno fatto sentire per un giorno un po’ più giovane. Ma un grazie speciale al Venerabile Guru Andrew Fanny. Anche se poi è venuto fuori tra le voci del popolo, che la vera mente è stata un certo “Franco” su cugino. Ma che come tutti i figuri misteriosi del genere fantasy non si palesa mai.

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