Progresso e sicurezza


 

L'auto più antica che ricordi è la Fiat 1100 di mio padre, probabilmente ne aveva avuto altre prima, ma la mia memoria più indietro non va. Era nera, con la linea molto tondeggiante e con un curioso faro fendinebbia, unico, posizionato al centro della mascherina. Rispetto alle auto di oggi ovviamente aveva un mucchio di difetti ed è indiscutibile che a distanza di mezzo secolo sano sano, le norme e gli accorgimenti a favore della sicurezza abbiano fatto passi da gigante. Ma qualcosa è rimasto tale e quale e qualcos’altro è addirittura peggiorato.

La ruota di scorta ad esempio era sistemata nel baule posteriore sotto un tappetino di gomma, lo so perché un tragico giorno ci capitò di usarla. In famiglia eravamo sei e abbiamo sempre vissuto lontano dalla nostra città d’origine, perciò capitava spesso specialmente per Natale, Capodanno o per le vacanze estive, che si rientrasse dove avevamo ancora tutti i parenti. Quel giorno infausto pioveva e non poco. Non c’erano autostrade, quindi nemmeno corsie d’emergenza né piazzole di sosta. Quando uno era costretto a fermarsi, novanta su cento doveva accostarsi al ciglio della strada, dove se era fortunato c’era qualche metro di banchina sterrata libera, tra un paracarro di granito e l'altro.

Immaginate il bagaglio di una famiglia di sei persone accatastato alla belle meglio su quel ciglio, reso abbondantemente fangoso dalla pioggia, perché per prendere la ruota di scorta fu necessario tirarlo fuori tutto. Immaginate una mamma in piedi, che cerca di proteggere quattro figli piccoli con un solo ombrello. Immaginate un padre chino sotto le intemperie che cambia la maledetta ruota bucata.

Ben poco ha potuto fare la tecnologia per rimediare al disagio delle mamme e dei papà, se non un po’ più di spazio sulla banchina, o una corsia d’emergenza e sicuramente dati i tempi un minor numero di figli. Oggi ci sono i cellulari e i carri attrezzi, supponiamo però che per qualche motivo non si possano usare. Si potrebbe ovviare con una di quelle bombolette magiche che riparano e rigonfiano la ruota. Ma anche questo è un rimedio provvisorio, inaffidabile e indegno del progresso. Ma la cosa più grave è che la mia Fiat oggi nel 2010, ha la ruota di scorta alloggiata ancora nello stesso posto scriteriato di allora!


La leva del cambio sulla 1100 era di fianco al volante, a pochi centimetri. La mano doveva scostarsi di poco per afferrarla e manovrarla. Su molte vetture è stato così per molti anni a seguire e sulle prime a trazione anteriore, ad esempio tutte le Citroen dalla più piccola alla più grande, significava anche avere più spazio per le gambe e la comodità all’occorrenza di poter passare comodamente da un sedile all’altro, ovviamente a vettura ferma.

In nome della sicurezza piano piano tutti i comandi: luci, indicatori di direzione, tergicristallo e addirittura quelli dell’autoradio, sono migrati sul volante o nelle immediate vicinanze. Sulle formula 1, che come si sa in quanto macchine da competizione sono anche il banco di prova di tutte le nuove tecnologie, il cambio è finito anche lui sul volante e lo si comanda con i pollici. Sui moderni scooter, su molte auto straniere e che io sappia su tutte quelle americane, è proprio sparito. Perché tecnologicamente parlando ormai volendo se ne può anche fare a meno.

Ma allora perché la famigerata leva, che insieme al volante e al pedale della frizione risulta essere ancora oggi tra i comandi più utilizzati su un auto, in barba ad ogni più elementare criterio di sicurezza si ostina a rimanere laggiù all’altezza delle ginocchia?

22 novembre 2008

Commenti

Post popolari in questo blog

Egregio Comandante

Sulla scia degli Abbagnale

Quarantesimo