Maturità
Da semi ignorante e arido di cuore quale sono, non posso permettermi giudizi sulle farraginose procedure che ancora oggi governano l’iter degli esami di maturità e sui temi scelti. Ogni anno ne succede una nuova e ogni anno quella che ormai è diventata una tappa obbligata per tutti, come una volta lo era la licenza elementare, viene presentata come un evento eccezionale. Con tanti incoraggiamenti per i maturandi e critiche severe sulla scelta delle materie.
Così stavolta qualcuno è inciampato su una “i” di troppo, e le critiche o almeno grande meraviglia, sono state suscitate dalla scelta di un autore semisconosciuto. Così dicono, io non mi permetto.
Agli studenti, dato che ormai per me sono passati tanti anni, e come premesso sono arido di cuore, dico: ci siamo passati tutti e non state facendo nulla di speciale, si chiama esame di maturità non a caso.
A chi ha scelto quell’autore dico: tanto di cappello, non riesco a pensare ad un tema più attuale, bello, importante, serio e profondo, da presentare ai ragazzi come spunto di riflessione.
Non uccidete il mare,
la libellula, il vento.
Non soffocate il lamento
(il canto!) del lamantino.
Il galagone, il pino:
anche di questo è fatto
l’uomo. E chi per profitto vile
fulmina un pesce, un fiume,
non fatelo cavaliere
del lavoro. L’amore finisce dove finisce l’erba
e l’acqua muore. Dove
sparendo la foresta
e l’aria verde, chi resta
sospira nel sempre più vasto
paese guasto: Come
potrebbe tornare a essere bella,
scomparso l’uomo, la terra»
Versicoli quasi ecologici - G. Caproni
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